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Breno
Breno (Bré in dialetto camuno) sorge in una forra naturale dalla direzione nord-sud, tra la collina del Castello ed il Corno Cerreto.
Breno, un crocevia storico nel cuore della Valcamonica, continua a brillare per la sua importanza come centro di servizi essenziali per l’intero territorio, una tradizione che affonda le radici nel passato tanto quanto nella sua posizione geografica strategica.
Le tracce della storia di Breno risalgono addirittura al periodo calcolitico, come evidenziano le recenti scoperte archeologiche condotte sulla collina del castello. Anche l’etimologia del nome suggerisce antiche origini, con diverse ipotesi che spaziano dal celtico “brig” (monte) al cognome celtico “Brennos”, o persino alla parola “briù” o “braè” (ponti o intrecci di pali a scopo difensivo) della Gallia. Queste suggestioni fanno pensare a una struttura difensiva antica, forse simile a quelle galliche, tra le rupe del Castello e del Cerreto, per proteggere l’accesso alla valle.
Dai tempi dei Romani fino al periodo post-Medioevo, Breno ha giocato un ruolo cruciale. Ha resistito contro le legioni romane, ma è poi diventata parte della provincia romana, come testimoniano i reperti custoditi nel museo civico. Di recente, nelle vicinanze di Spinera, è stato scoperto un grande edificio religioso di epoca romana, costruito su un sito indigeno dedicato al culto delle acque, che è stato attualmente restaurato e visibile al pubblico.
La storia medievale di Breno è ricca di intrighi e conflitti, con famiglie nobili e signorie che si contendevano il potere nella Valle. Il periodo comunale e signorile è stato caratterizzato da lotte per le investiture e i confini, con la rivalità tra guelfi e ghibellini che ha segnato profondamente la storia locale. Tuttavia, con l’arrivo della Repubblica veneta, Breno ha trovato un periodo di relativa stabilità e prosperità, diventando la capitale amministrativa della Valle Camonica.
Il dominio veneziano è stato seguito da un breve periodo di dominazione francese sotto Napoleone, prima di essere incorporato nella Repubblica Cisalpina e successivamente nel dipartimento del Serio o di Bergamo. Durante il Risorgimento italiano, Breno ha giocato un ruolo attivo, con figure garibaldine e popolari che hanno guidato il cammino verso l’unità nazionale.
COSA VEDERE
- CASTELLO da piazza Ronchi. È il complesso fortificato più grande della Valle Camonica. Posto a controllo tra la Bassa e Media Valle Camonica, fu soggetto a diversi assedi in epoca medievale. Venne dismesso nel 1598.
- RIFUGIO ANTIAEREO. Scavato sotto la collina del Castello di Breno, è rimasto quasi del tutto inalterato dalla Seconda Guerra Mondiale, quando era utilizzato per proteggere la popolazione dai possibili bombardamenti.
- CAMUS – MUSEO CAMUNO in via Garibaldi. Articolato in dieci sale, ospita una raccolta archeologica, opere d’arte, dipinti, stemmi, arredi e utensili dall’Età Preistorica fino alla prima metà del Novecento.
- NOSTALGIA CLUB – MUSEO AUTO D’EPOCA. Auto e motociclette d’epoca per gli appassionati del settore.
- CHIESA PARROCCHIALE DELLA TRASFIGURAZIONE DI NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO. La Chiesa Parrocchiale dedicata al S.S. Salvatore di matrice seicentesca ha subito importanti rimaneggiamenti e interventi nei secoli successivi. Della struttura originaria si possono ammirare il monumentale portale barocco e il campanile in blocchi granitici che, dal XIX secolo, ha visto il rinnovo del concerto di cinque campane. Al suo interno sono visibili opere di artisti di fama extra locale di grande vanto.
- CHIESA DI SANT’ANTONIO ABATE in piazza S. Antonio. Costruita nella prima metà del XIV secolo, denota la particolarità di una facciata posta in angolo e ricurva e conserva affreschi tardo quattrocenteschi. Nel presbiterio affreschi di Girolamo Romanino (XVI sec.) e una pala d’altare di Callisto Piazza (XVI sec.).
- CHIESA DI SAN VALENTINO. L’attuale chiesa in stile lombardo della metà del Cinquecento è stata realizzata su un impianto risalente al X secolo. La leggenda vuole che il santuario, posto su una altura, sia stato costruito dai primi cristiani e abbia ospitato San Valentino. All’interno interessanti affreschi e molti ex-voto dal Cinquecento ai giorni nostri.
- VILLA GHEZA in via Mazzini. Villa privata realizzata da Maffeo Gheza all’inizio degli anni Trenta del XX secolo in un eccezionale stile moresco. Lungo il muraglione di confine e sulla facciata compaiono aforismi in finti caratteri arabi. Di particolare pregio il parco che conserva specie arboree rare.
- SANTUARIO DI MINERVA – Località Spinera. Tempio di epoca romana sorto su precedente luogo di culto preistorico connesso al culto delle acque ospitava in una nicchia dell’aula centrale con pavimento in mosaico a tessere bianche e nere una statua di Minerva Hygeia di grande pregio, il cui originale è conservato oggi presso il Museo Archeologico Nazionale di Valle Camonica a Cividate Camuno.
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