Beniamino Simoni's Way of the Cross

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Beniamino Simoni's statues in the sanctuary of Cerveno

In Cerveno, the sanctuary placed before the entrance of the church keeps a masterpiece of 18th century wood-carving: Beniamino Simoni's Way of the Cross. As in a sacred mountain, the Stations are placed within a sequence of chapels located on both sides of a staircase. Protagonists of the sacred tale are almost two hundred statues in real-life dimensions, to which characters in relief or painted on the walls are added. Beniamino Simoni, who was committed in Cerveno from 1752 to 1760, did not complete the work; in the last chapels (VIII, IX and, partly, X) Francesco Donato and Grazioso Fantoni took his place, while n. XIV was made only in 1869.

The Way of the Cross is a work of extraordinary synthesis and expressive intensity, enlivened by a crowd of people who, persecutors or indifferent, participate or don't oppose the Passion of the innocent, very beautiful Jesus.

To Beniamino Simoni is attributed also the moving Sepulchre of the St. Maurizio church, in Breno. Made of statues in real-life size, it presents 10 figures gathered around Jesus' lying body, following the traditional iconography which, in Valle Camonica, presents other significant examples. A wooden Grieved, made of statues accomplished at different times (from the 16th to the 18th century) is put together in the parish of Capo di Ponte; the 17th-century group coming from the Sepulchre of the sanctuary of Santa Maria Maddalena is temporarily kept, after a recent restoration, in the Simoni Fé palace, in Bienno.

Il Santuario della Via Crucis a Cerveno

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La Via Crucis di Beniamino Simoni nella chiesa di S. Martino a Cerveno è l’opera d’arte forse più singolare di tutto il Settecento religioso longobardo. Nel...

La Via Crucis di Beniamino Simoni nella chiesa di S. Martino a Cerveno è l’opera d’arte forse più singolare di tutto il Settecento religioso longobardo. 
Nel 1752 Simoni si stabilì con tutta la famiglia a Cerveno, rimanendovi 8 anni e lavorò al Santuario fino al 1764.
 
Il santuario racchiude scene affrescate e 198 statue lignee, finte architetture e marmi dipinti, tendaggi e cieli, conchiglie e motivi floreali, simboli e scritte, il tutto prevalentemente in toni pastello e si caratterizza per un un lungo corridoio ai cui lati simmetricamente si aprono, mediante archi alternati, le cappelle corrispondenti alle stazioni: sette a destra e sei a sinistra. 

La prima stazione è collocata in alto a sinistra, cosicchè la successione si svolge in senso antiorario, scendendo a sinistra e salendo a destra. Sui pilastri tra una cappella e l’altra una serie di profeti individuati dal nome reca cartigli con citazioni bibliche, mentre ciascuna stazione è segnalata dalla corrispondente didascalia e da simboli della Passione.

La Via Crucis di Cerveno segue uno schema: la discesa agli inferi del peccato e la risalita verso la salvezza e la resurrezione, attraverso cui si trasmette proiezione spaziale non solo al messaggio evangelico della salvezza ma anche al significato rituale della Messa.

Ogni 10 anni lungo le vie del paese si celebra la Santa Crus,  un corteo ispirato ai riti processuali della Via Crucis, in cui i personaggi in costume, che si rifanno alle scultore lignee di Simoni, compongono una serie di “quadri viventi”.

Il Compianto sul Cristo morto a Breno

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Il Compianto sul Cristo morto , conservato nel Duomo di San Salvatore a Breno , rappresenta la conclusione ideale e artistica della Via Crucis di Cerveno, ed è...

Il Compianto sul Cristo morto, conservato nel Duomo di San Salvatore a Breno, rappresenta la conclusione ideale e artistica della Via Crucis di Cerveno, ed è unanimemente considerata l'ultima cappella del ciclo, la XIV.

Nel 1761 Beniamino Simoni si trasferisce a Breno, interrompendo la sua attività a Cerveno, forse a causa di un deterioramento dei rapporti con il nuovo parroco (in questo periodo i lavori per le Cappelle della Via Crucis non erano ancora terminati).
In una lettera inviata dal parroco di Cerveno agli eredi di Andrea Fantoni perché subentrassero (come poi avvenne) nella prosecuzione della Via Crucis si avverte tutta la disistima nei confronti di Beniamino, che non viene neppure nominato, mentre il suo arrivo a Cerveno viene definito un accidente, aggiungendo poi sbrigativamente che egli non è in caso di terminare l'opera iniziata.

L'oblio in cui cadde la figura del Simoni rende difficile - al di là delle statue realizzate per la Via Crucis di Cerveno e il Compianto di Breno - la ricostruzione del catalogo dei suoi lavori. Recenti indagini hanno consentito di attribuire al Simoni anche le sette statue del Compianto sul Cristo Morto (o Santo Sepolcro) posto nella Parrocchiale di Santa Maria a Padenghe sul Garda eseguite nel 1732 e che sono illuminanti per comprendere gli esordi artistici dello scultore della Valsaviore.