Beato Innocenzo da Berzo
I luoghi del “Fratasì de Bers”
Un itinerario sulle tracce di uno degli uomini di chiesa più amati e venerati della Valle Camonica: il frate cappuccino Beato Innocenzo da Berzo, al secolo Giovanni Scalvinoni (Niardo 1844 – Bergamo 1890). Il suo culto è diffuso in tutta Italia, ma anche in Brasile, Spagna, Costa d’Avorio, Camerun, Polonia e Malta.
Un uomo il cui nome è legato a importanti fenomeni mistici come la Scritatio Cordis, la fotofania, la levitazione, le estasi e le benedizioni miracolose, e a due miracoli post mortem che gli valsero il processo di beatificazione.
L’itinerario conduce nei luoghi in cui visse e operò: il Santuario della Annunciata di Piancogno e la casa di Berzo dove visse, oggi trasformata in museo.
Le tappe
Santuario dell'Annunciata - Piancogno
Convento e Chiesa Santissima Annunciata
Piazza san Francesco 1, Piancogno
Apertura tutti i giorni, 07:00-11:55 e 14:30-18:00
Tel. 0364-45005
Ingresso libero
Il Beato Innocenzo da Berzo predicò e compì miracoli durante la sua permanenza al Convento della Santissima Annunciata di Piancogno, tra il 1881 e il 1889.
Il convento oggi ospita alcuni frati francescani. Si trova in una posizione panoramica a 800 metri di altezza, e quando il cielo è limpido si può persino vedere il Lago d’Iseo. L’edificio conserva al suo interno un suggestivo ciclo di affreschi tardo quattrocenteschi del Maestro Giovanni Pietro Da Cemmo, uno splendido chiostro, le reliquie del Beato, e un piccolo museo ricavato nelle stanze abitate dal “Fratasì”.
Museo Casa del Beato
Si tratta del luogo dove il piccolo frate visse durante la sua permanenza a Berzo Inferiore. L’edificio, di proprietà della Parrocchia del paese, è stato ristrutturato, ma i vani che lo compongono sono rimasti intatti, esattamente con li lasciò il “fratasì”.
Al pian terreno si possono trovare alcuni strumenti di cucina della madre del Beato, nonché oggetti di uso quotidiano e abiti per le celebrazioni appartenuti a frate Innocenzo. Al primo piano sono stati conservati tutti gli ex voto posti per grazia ricevuta e il pezzo di corda che testimonia un miracolo compiuto negli anni Venti. All’ultimo piano, con soffitto a balconi in legno, si possono ammirare alcuni mobili d’epoca.
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