Parco comunale archeologico e minerario di Sellero
Il Parco Comunale Archeologico e Minerario di Sellero racchiude ben quattro diversi siti d’arte rupestre e l’area mineraria di Carona.
Testimoniata fin dall’età del Ferro, primo millennio a.C., l’attività mineraria segna l’economia della Valle Camonica durante tutta l’età storica, divenendo preponderante nel XVI e XVII secolo.
Le miniere di Carona, poste a nord-ovest del paese di Sellero, a circa 800 m. s.l.m., sono caratterizzare da cunicoli, gallerie e resti di alloggiamenti per gli operai e per gli attrezzi e sono state sfruttate a partire dalla fine dell’800 fino al 1951. Ricche di carbonato di calcio, calcopirite e quarzo presentano anche rame e ferro.
Dei quattro siti d’arte rupestre solo uno, quello di Carpène, è stata attrezzato con un percorso di visita.
Lasciata l’auto nel paese di Sellero, vicino al torrente Re, è possibile raggiungere le rocce di Carpène, percorrendo un sentiero che sale di quota, alternando salite a tratti pianeggianti. Dopo una breve camminata (25-30 minuti) si arriva all’area attrezzata dov’è possibile ammirare alcune delle circa venti superfici che compongono questo sito.
Le prime indagini sistematiche nell’area, già segnalata negli anni ’30 del ‘900, sono degli anni ’80 quando l’amministrazione comunale richiede l’intervento del Centro Camuno di Studi Preistorici.
Nel 2008, su impulso del Dipartimento Valcamonica Lombardia del Centro Camuno, nasce il parco comunale Archeologico e Minerario di Sellero, dove il valore dell’arte rupestre si unisce alla tutela della natura circostante.
Le superfici affioranti sono caratterizzate da una roccia dura con striature metalliche che denunciano la presenza di quarzo al loro interno, difficili da incidere sono state scelte dall’uomo della preistoria fin dal Neolitico (fine IV-inizi III millenio a.C.). Le figure presenti testimoniano una pausa dell’azione incisoria nell’età del Rame e del Bronzo (III-II millennio a.C.) e un significativa ripresa della produzione nell’età del Ferro (I millennio a.C.).
Tra le rocce indicate dal percorso, la grande roccia 2-3 offre la possibilità di osservare alcune delle figure più importanti del parco, su questa superficie si riconosce il maestoso insieme di elementi geometrici definito da alcuni studiosi “idolo femminile” da altri “mappa topografica”; il “viandante”, forse rappresentazione del dio celtico Esus, e la più grande incisione di “Rosa Camuna” ad oggi conosciuta.
Le restanti superfici offrono la possibilità di ammirare uno dei temi peculiari dell’età del Ferro: i guerrieri, rappresentati singoli o in scene corali. Caratterizzati da scudi, spade o lance ed elmi gli armati segnano la roccia 1 e la vicina roccia 4. Alternati a palette, canalette e coppelle sono quasi sempre appiedati, tranne per alcune affascinanti scene di cavalieri, fra le quali uno sembrerebbe intento in una prova di abilità in piedi sul cavallo