Chiesa di S. Vito e S. Anna - Incudine
Posizione

La prima chiesa dedicata a S. Vito sorgeva poco distante dal sito attuale almeno a partire dal XV secolo. In seguito alla sua distruzione a causa di una slavina, il nuovo santuario venne costruito nel luogo dove ora sorge tra il 1712 e il 1720,
"anche se, dopo un attento studio, risulta che vi fosse una prima chiesetta a partire almeno dal XV secolo vicinissima al laghetto, poi distrutta da una slavina e ricostruita agli inizi del XVII secolo vicino al luogo ove sorgeva la prima. La seconda chiesetta non è stata riedificata dove sorgeva il primitivo edificio in quanto il posto era troppo umido (essendo vicino alla sorgente sgorgata miracolosamente) e l'edificio sarebbe stato soggetto ad essere seppellito dalla neve anche oltre il giorno della sagra di san Vito, ossia il 15 Giugno. Questa seconda chiesetta edificata dai mastri muratori di Vezza d'Oglio costò 100 scudi, venne demolita ad opera dell'uomo il 26 Luglio 1731, festa di Sant'Anna, in quanto nel frattempo venne edificata una terza chiesetta (quella attuale) in un luogo meno soggetto alle valanghe in quanto esse pur non abbattendo la seconda chiesetta causavano spesso danni alla porta d'ingresso curvando addirittura il catenaccio e rendendo umide le muraglie. La spianata per posare le fondamenta della terza costruzione fu iniziata nel 1712 e le ultime opere d'edificazione della chiesetta furono completate nel 1720. La sagrestia venne ultimata solo nel 1756. Quindi dal 1720 al 25 Luglio 1731 sui monti di Incudine coesistettero due chiesette". Tratto dal libro: Chiese campestri dell'Alta Valle Camonica (Capitolo sul santuario di San Vito curato da Germano Melotti e Giovanna Carli).
Si tratta di una piccola costruzione di tonalite a due corpi; l’interno è coperto da un semplice soffitto a volta, la facciata è a capanna. Sul portale si può leggere la data 17.IHS.20. Lo sfondo del presbiterio è occupato da una soasa barocca ornata da angeli ai cui lati sporgono le statue di S. Giovanni Nepomuceno e del S. Curato d’Ars. La pala dell’altare, secentesca, raffigura i SS. Vito, Modesto e Crescenzia che attorniano una madonna con bambino assisa sul trono. L’attuale intitolazione del santuario, che viene conosciuto come chiesa di S. Anna, è recente. Vito e Anna vengono entrambi celebrati nella festa che si svolge alla fine di luglio. Durante questa occasione, la popolazione di Incudine, divisa nei gruppi degli uomini e delle donne, disputa una singolare asta, al termine della quale i vincitori ottengono l’onore di portare la statua di S. Anna, i perdenti di S. Vito nella processione che termina l’evento. Fino alla metà del sec. XX, il santuario ha custodito una collezione di ex-voto, piccoli quadretti donati dai fedeli per grazia ricevuta in seguito all’invocazione dei SS. Vito, Modesto e Crescenzia. La raccolta, che comprende più di 70 opere per un arco cronologico che va dal sec. XVII al sec. XX, è ora conservata presso la cappella invernale della chiesa parrocchiale di S. Maurizio ad Incudine.
DA VEDERE
Dopo la visita al santuario, recatevi presso la Parrocchiale di S. Maurizio ad Incudine per ammirare la collezione di ex-voto provenienti da S. Vito.
NEI DINTORNI
La fessura di S. Vito (escursione impegnativa): il foro nella montagna attraverso il quale, secondo la leggenda, i SS. Vito e Brizio, fuggiti dal Trentino, arrivarono in Valle Camonica.
Ad Incudine: in località Castello, i resti dell’abitato antico; in località Contrade, a nord di Incudine al Solivo, i resti di antiche case-torri appartenute alla nobile famiglia Viola; sempre a nord dell’abitato, a destra della strada nazionale, i resti dell’antico ponte detto “del Salto del lupo”; in paese, la parrocchiale di S. Maurizio, presso l’abitato al Solivo; la chiesa di S. Bernardino, in località al Vago.